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L’esistere in scena è basato sulle proprie capacità comunicative: se non fai in modo che tutti capiscano che cosa stai facendo e perché, impedisci ai tuoi partner di fare la loro parte durante lo spettacolo.

E non sto parlando solo di quelli che con te sono sul palco: di partner, in platea, ce ne sono tanti quanti sono gli spettatori, e uno spettacolo funziona se anche loro possono essere parte attiva.

 

Perché, a dispetto di quel che molti pensano, lo spettatore non è un soggetto passivo.

Ride o piange quando può ricostruire quello che siamo sulla scena, ma solo perché noi stiamo lavorando insieme a lui ad assemblare tutti gli elementi necessari a suscitare pensiero ed emozione.

 

La consapevolezza di sé e del proprio corpo sono indispensabili, è evidente, ma bisogna avere ben chiaro tanto il “cosa” quanto il “come” si stia agendo in scena perché in una situazione teatrale, con ritmi e modalità comunicative alterati (o forse è meglio dire ricodificati) dalle necessità sceniche, è estremamente facile cadere e far cadere nell’equivoco, generando una comunicazione sviata, contraddittoria o addirittura illeggibile.

 

In questi due giorni di lavoro si toccheranno i vari aspetti della comunicazione -teatrale e quotidiana- con esercitazioni che andranno dal grammelot (la parlata onomatopeica) alla declamazione, dal contatto fisico all’esercizio di stile secondo Queneau, con particolare attenzione ai linguaggi non verbali.

 

 

Programma

1. Il linguaggio verbale: le uova al tegamino secondo Anubi

2. Il linguaggio gestuale, ovvero "La padella, questa sconosciuta: come colpire il proprio antagonista e soprattutto perché"

2-1 . L'importanza dello stile: amici, nemici, o semplici conoscenti?

3. Il linguaggio mimico facciale, ovvero "La faccia parlante: esercitazioni sull'uso dello sguardo"

4. Il linguaggio tonale, ovvero "Litigare con un ragno e guidare un cieco con i numeri"

5. L'insieme dei linguaggi non verbali, ovvero "Il Grammelot"     

5-1. Come descrivere una sedia

5-2. Incontrarsi al bar

5-3 La LINEA, una che si fa capire ovunque

5-4. Le strade del Grammelot

6. Il testo e il con/testo, ovvero "Sto pensando quello che dico o sto dicendo quello che penso?"

7. La comunicazione secondo Watzlawick: conferma, rifiuto e disconferma

Questo stage è dedicato:

- a tutti coloro che hanno un'idea che ronza per la testa ma non riescono a trovarle un nome

 

- a tutti quelli che durante uno spettacolo si sono sentiti improvvisamente in mutande

 

- e a tutti quelli che stufi di domandarsi chi cazzo sono hanno preferito provare ad essere qualcun altro, e pur non sapendo ancora chi cazzo sono si sentono decisamente più felici.

 

Un sabato e una domenica interamente passati così, alloggiando nei locali del laboratorio -2 pranzi e 1 cena compresi- e se fa bel tempo nel nostro grande e bellissimo giardino. Sistemazione un po’ spartana, ma gradevole.

 In alternativa, ostello (in centro città) e trattoria (nelle vicinanze).

Per chi arriva da lontano è possibile pernottare in laboratorio anche il venerdì sera.

E’ consigliabile essere automuniti.

 
Info :  347 - 777 94 16 /  0532 - 77 13 52        info@fabriziobonora.net

 

 

 

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